Il coinvolgimento muscolo-scheletrico, presente in oltre la metà dei pazienti con SSc, rappresenta una causa di disabilità; esso è localizzato soprattutto a livello di mani e piedi.

Dott.ssa Laura Belloli

Dott. Oscar Epis

 

Struttura Complessa di Reumatologia, Dipartimento Medico Polispecialistico – ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano

 

La sclerosi sistemica (SSc) è una patologia cronica autoimmune del tessuto connettivo caratterizzata da anomalie vascolari e fibrotiche che possono determinare un interessamento multi-organo.

Negli ultimi anni l’ecografia è diventata una metodica di riferimento in ambito reumatologico grazie ai suoi innegabili vantaggi, tra i quali: non invasività, costi limitati, rapidità d’esecuzione, valutazione di più sedi contemporaneamente; si segnala inoltre che lo sviluppo tecnologico delle apparecchiature ha permesso di ottenere dettagli anatomici estremamente precisi. Tale metodica è però principalmente utilizzata nei pazienti affetti da artriti croniche (ad es. artrite reumatoide e artropatia psoriasica) e solo negli ultimi anni c’è stato interesse nel valutare la sua utilità anche nella SSc per l’interessamento di  cute, muscoli, tendini, articolazioni e polmone.

Il coinvolgimento cutaneo è una caratteristica tipica della SSc, la valutazione della sua gravità ed estensione è essenziale nella stadiazione della SSc. Attualmente, il punteggio di Rodnan modificato (mRSS) è la metodica più frequentemente impiegata per valutare il coinvolgimento cutaneo.

Al momento l’utilità principale dell’ecografia – grazie a sonde ad alta frequenza – nello studio della cute sembra essere correlata con la misurazione dello spessore cutaneo che può aiutare il clinico a valutare l’estensione del coinvolgimento cutaneo. Purtroppo però il solo esame ecografico non consente di valutare alcune caratteristiche della cute (elasticità, durezza, adesione ai piani sottostanti) che possono essere valutati – anche se in maniera soggettiva – con l’mRSS.

Per tale motivo rimane ancora chiaramente da definire il ruolo dell’ecografia nello studio della cute dei pazienti affetti da SSc.

Il coinvolgimento muscolo-scheletrico, presente in oltre la metà dei pazienti con SSc, rappresenta una causa di disabilità; esso è localizzato soprattutto a livello di mani e piedi.

Le artralgie sono la sintomatologia più frequentemente riportata mentre il coinvolgimento tendineo e infiammatorio è considerato poco frequente.

L’utilizzo dell’ecografia ha consentito di evidenziare che, in realtà, il coinvolgimento articolare nella SSc è spesso presente ed è di tipo infiammatorio con caratteristiche simili a quelle dell’artrite reumatoide, ossia si evidenzia versamento intraarticolare con ipertrofia sinoviale; si segnala inoltre che attraverso questa tecnica di immagine è possibile identificare un interessamento tendineo in più del 30% dei pazienti.

Un altro importante ruolo dell’ecografia è nella valutazione della fibrosi polmonare interstiziale (FPI).

La FPI è una manifestazione frequente nella SSc e può spesso portare a grave disabilità e diventare una delle cause di morte.

La radiografia del torace per molto tempo è stata ampiamente utilizzata come primo approccio di imaging per valutare la FPI ma la bassa sensibilità nelle fasi iniziali ha limitato il suo utilizzo nella pratica clinica quotidiana. Attualmente infatti la tecnica più utilizzata, anche per valutare la risposta al trattamento, è la tomografia computerizzata ad alta risoluzione (HRCT).

Recentemente l’ecografia è stata utilizzata per valutare la FPI nella SSC. Le lesioni identificabili  vengono chiamate “comete” e sono dovute all’ispessimento dei setti interlobulari subpleurici rilevabili a livello degli spazi intercostali. In futuro questa metodica potrebbe diventare uno strumento molto utile per sostenere la HRCT nella valutazione delle FPI, in particolare per il follow-up durante il trattamento e per ridurre l’esposizione alle radiazioni, un problema rilevante in pazienti che hanno bisogno di esami seriati per monitorare la progressione della malattia.

 

Appare quindi evidente come l’ecografia, nel corso degli anni stia diventando uno strumento essenziale per la valutazione globale del paziente affetto da SSc. Purtroppo, mentre l’applicazione per la valutazione dell’interessamento muscolo-scheletrico è diventata ormai quasi di routine, servirà ancora del tempo e ulteriori studi prima che lo studio ultrasonografico della cute e del polmone diventi d’uso comune.