La sclerosi sistemica è una patologia cronica a eziologia sconosciuta
La contemporanea presenza di anomalie del sistema immunitario e di alterazioni del distretto vascolare porta al progressivo sviluppo di fibrosi. Le manifestazioni cliniche della patologia sono, da una parte, l’espressione della sofferenza e del rimodellamento vascolare e dall’altra la conseguenza della sostituzione dei tessuti fisiologici con tessuto connettivo, privo delle normali caratteristiche di elasticità e funzionalità d’organo.
Della prima categoria fanno parte il fenomeno di Raynaud, le teleangectasie, l’ipertensione polmonare, la crisi renale sclerodermica, le ulcere puntali e in parte la disfunzioni del tratto gastroenterico. La sostituzione fibrotica è invece responsabile delle manifestazioni di sclerosi cutanea, di interstiziopatia polmonare e fibrosi del tessuto cardiaco e intestinale.
La sclerosi sistemica tende a colpire prevalentemente il sesso femminile (5:1)
La malattia è poco frequente, con un’incidenza tra i 4 e i 20 nuovi casi per 1.000.000 abitanti/anno, si stima che il numero di malati vari tra i 30 e 450 casi per 1.000.000/abitanti; in Italia sono quindi circa 25.000 le persone colpite dalla malattia. La sclerosi sistemica è una patologia polimorfa, ma con un impatto significativo sulla vita delle persone affette, sia in termini di benessere complessivo, sia in termini di sopravvivenza.
La fibrosi cutanea, la modifica dell’aspetto fisico, le ulcere puntali e le problematiche tendinee ed articolari rappresentano elementi che incidono in maniera significativa sulla la qualità della vita. È possibile, inoltre, osservare un incremento della mortalità nei pazienti rispetto alla popolazione generale (circa 1,5-7,2 volte), in relazione ad eventuali complicanze d’organo. Le complicanze che maggiormente influenzano in maniera negativa la sopravvivenza sono rappresentate dalle manifestazioni cardiopolmonari (fibrosi polmonare, ipertensione polmonare e coinvolgimento del tessuto cardiaco) e renali.
La storia clinica della malattia può avere forme cliniche rapide e progressive o indolenti e paucisintomatiche
Nella maggior parte dei pazienti il primo sintomo di malattia è costituito dal fenomeno di Raynaud, che quando è associabile alla malattia in fase precoce (early scleroderma) si caratterizza per la presenza di alterazioni caratteristiche agli esami ematochimici e alla videocapillaroscopia. A questa prima fase, può seguire in maniera più o meno rapida, tipicamente in relazione al quadro autoanticorpale (con una minor velocità di progressione legata agli anticorpi anti-centromero), lo sviluppo delle prime complicazioni della malattia, quali l’edema digitale, le ulcere digitali, le manifestazioni cutanee fibrotiche e non o le alterazioni del transito esofageo o gastroenterico.
In presenza di alterazioni fibrotiche cutanee e tanto più facilmente quando esse siano precoci, progressive ed estese (indicativamente entro i primi tre anni di malattia) è possibile lo sviluppo di complicazioni a carico degli organi interni quali la fibrosi polmonare, l’interessamento cardiaco o renale; generalmente più tardiva è invece la comparsa di ipertensione polmonare, isolata o associata all’interstiziopatia polmonare.
L’obiettivo principale nel trattamento della malattia è il rallentamento della sua progressione
Data l’estrema variabilità della malattia sia in termini di tipologia di presentazione ed evoluzione clinica, sia in termini di caratteristiche individuali, è estremamente importante valutare di volta in volta le caratteristiche del singolo paziente e la risposta ai diversi presidi terapeutici per ottimizzare il trattamento ed aumentare le possibilità di risposta ad esso. L’uso di farmaci vasoattivi (vasodilatatori in primis), di immunosoppressori di diverse classi, di nuovi farmaci biotecnologici, di presidi di medicina rigenerativa (in casi selezionati) e di approcci riabilitativi e fisioterapici ha consentito negli anni di migliorare significativamente la prognosi della malattia.
La sclerosi sistemica rimane ancora oggi una patologia con importante impatto sulla durata e sulla qualità della vita, ma effettuare una diagnosi precoce e affidarsi ad un centro esperto nel trattamento della malattia e delle sue complicanze rappresentano l’arma fondamentale in grado di contrastarla.