Ruolo della fisioterapia e riabilitazione pneumologica
Tiziana Nava – Docente Universitario e Master
Past Standing Committee of Health Professionals in Rheumatology EULAR
E mail: tiziananava.job@outlook.it
Si ringrazia per il prezioso contributo:
Dott.ssa Marta Lazzeri
Dott. Banfi
Introduzione
La diagnosi precoce e l’invio tempestivo alla riabilitazione e fisioterapia possono ridurre significativamente le disabilità e le complicanze delle problematiche respiratorie.
Un aspetto importante è il ruolo dell’educazione, della sorveglianza sanitaria, dei presidi per l’autonomia e l’inserimento lavorativo, per dimostrarne l’efficacia e richiedere assistenza e materiali adeguati al Sistema Sanitario.
Nella Sclerosi Sistemica oltre all’interessamento muscolo-scheletrico le anomalie della funzione polmonare sono presenti nel 70% – 90% dei casi.
Il coinvolgimento polmonare è conseguente ad una anomala risposta infiammatoria ed è caratterizzato da fibrosi interstiziale che determina una riduzione della compliance polmonare e aumento del lavoro respiratorio.
Le problematiche polmonari causano una precoce insorgenza di dispnea e una ridotta capacità di esercizio fisico. Si genera pertanto una situazione di vera e propria disabilità respiratoria con un’importante limitazione della partecipazione alle attività lavorative, sociali e della vita quotidiana.
Queste condizioni si associano ad un peggioramento della qualità di vita.
Sintomi
La sintomatologia clinica relativa all’interessamento polmonare ha un inizio graduale e comprende manifestazioni aspecifiche quali:
- tosse stizzosa
- dispnea (inizialmente da sforzo e nei casi più avanzati anche a riposo)
- astenia e facile faticabilità
- perdita di peso corporeo
- dolore toracico
- ippocratismo digitale.
Valutazione
Il fisioterapista che si affianca al pneumologo deve essere esperto rispetto alla patologia al fine di effettuare una corretta valutazione degli aspetti respiratori. In tal senso è necessaria la conoscenza di una serie di indagini strumentali quali:
- radiografia standard del torace
- TAC del torace ad alta risoluzione
- prove di funzionalità respiratoria
- test per valutare la tolleranza all’esercizio fisico
- scale della dispnea
- misurazione degli scambi gassosi.
Nella persona con sclerodermia la saturimetria può non essere sempre attendibile a causa delle alterazioni vascolari capillari e dell’ispessimento cutaneo.
Obiettivi
La riabilitazione respiratoria, ha come obiettivi principali:
- preservare la capacità di sostenere le normali attività della vita quotidiana
- mantenere un buon trofismo muscolare
- ridurre la dispnea e migliorare la qualità di vita.
Trattamento fisioterapico e riabilitativo
La riabilitazione pneumologica presuppone un intervento globale e multidisciplinare. Il team multidisciplinare è composto da medici specialisti tra cui il reumatologo, il pneumologo, il medico di medicina generale, il fisioterapista, l’infermiere, lo psicologo e l’assistente sociale.
Le principali componenti della riabilitazione polmonare prevedono, l’adozione di corretti stili di vita e l’allenamento all’esercizio fisico.
I programmi di riabilitazione polmonare comprendono:
- Ottimizzazione della terapia farmacologica
- Cessazione dal fumo
- Intervento educazionale
- Allenamento dei muscoli degli arti inferiori e superiori
- Allenamento dei muscoli respiratori
- Disostruzione bronchiale
- Intervento nutrizionale
La riabilitazione pneumologica deve essere eseguita nel caso in cui la malattia determina insorgenza di dispnea (MRC ≥2) e/o limitazione alla capacità di sostenere esercizio fisico e/o in presenza di un peggioramento della qualità di vita.
Essa si affianca alle terapie non farmacologiche, quali l’ossigenoterapia in presenza di insufficienza respiratoria e la ventiloterapia.
Studi scientifici dimostrano che i miglioramenti sulla tolleranza all’esercizio fisico si ottengono a prescindere dalla gravità della malattia e i migliori risultati vengono previsti da un più basso valore basale al test del cammino.
In presenza di ipertensione polmonare (IAP) alcuni studi recenti, condotti in regime di ricovero o in day hospital, hanno mostrato benefici effetti dell’allenamento sulla capacità d’esercizio e modifiche strutturali della muscolatura periferica.
Gli esercizi respiratori quali la respirazione diaframmatica, costale alta e bassa non sono supportati da evidenze scientifiche.
In tal senso queste prassi terapeutiche sostengono che l’obiettivo è il mantenimento dell’elasticità del tessuto connettivo e preservare i volumi polmonari. E’ ampiamente conosciuto e dimostrato che la distribuzione dell’aria inspirata non è modificabile né insegnando alle persone ad eseguire esercizi respiratori unilaterali né utilizzando presidi che limitino l’escursione toracica. L’aria inspirata risponde alle variazioni della pressione pleurica in relazione alla postura e ai volumi di riempimento polmonare a inizio inspirazione.
Conclusioni
Nella SSc il coinvolgimento della funzione respiratoria, determina in particolare nelle forme avanzate di malattia l’alterazione dei volumi, dei flussi polmonari e degli scambi gassosi. L’insorgenza della dispnea associata alla disfunzione della muscolatura scheletrica e alla deplezione di massa magra può limitare gravemente la capacità di esercizio e contribuire in misura significativa alla riduzione della qualità di vita. Si tratta di un circolo vizioso dove le problematiche polmonari incidono sulla vitalità della persona portandola a ridurre l’attività fisica e limitandola nel quotidiano, questa situazione implementa un quadro di ipotonia e ipoastenia (perdita di forza muscolare associata a stanchezza).
Le persone necessitano di programmi di riabilitazione polmonare mirati e personalizzati fin dalla diagnosi.
In tal senso le indagini diagnostiche quali: la misurazione dei volumi polmonari, degli scambi gassosi e della capacità di esercizio, dovrebbe entrare a far parte della routine nella presa in carico e nel follow up dei soggetti. Questo è reso necessario per poter evidenziare precocemente la presenza di disabilità e handicap.
Bibliografia
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