Tiziana Nava – Docente Universitario e Master
Past Standing Committee of Health Professionals in Rheumatology EULAR
E mail: tiziananava.job@outlook.it

 

Nella Sclerosi Sistemica il coinvolgimento del piede, a differenza della mano, è soggetto ad un fattore aggravante: il carico.

Il piede deve sostenere il peso del corpo e adeguare il cammino a continue sollecitazioni. Questa situazione favorisce l’evoluzione e la gravità delle deformità del piede (dita a martello, alluce valgo, caduta metatarsale ecc.), a cui si associano le modificazioni e gli adattamenti a livello del corpo che la persona mette in atto per poter camminare.

In tal senso il paziente nel tempo a causa di un cammino non corretto potrà avere dolori all’arto inferiore in particolare al ginocchio, all’anca e alla colonna vertebrale.

Valutazione

La valutazione è il punto di partenza per poter definire gli obiettivi che assieme alla persona si vogliono raggiungere. Il fisioterapista deve raccogliere il maggior numero di informazioni cliniche rilevanti, per escludere la presenza di controindicazioni al trattamento riabilitativo.

In tal senso, è utile che la persona racconti in modo dettagliato i sintomi e la storia della malattia, insieme ad informazioni antecedenti la patologia, accompagnati dalla visione di eventuali esami strumentali effettuati.

Il fisioterapista esperto per fare un’attenta valutazione deve iniziare con l’esame fisico che è costituito dall’ispezione della pelle, la palpazione dell’arto inferiore e piede per riscontrare la presenza di punti di maggiore dolore e  sensibilità, edema, ulcere, eventuali deformità articolari e alterazioni della cute. A seguire si deve analizzare come la persona si muove, cammina, che equilibrio mantiene nel sedersi, alzarsi o spogliarsi, piegarsi sulle gambe, salire e scendere un gradino, sollevarsi sulle punte e sui talloni, stare su una gamba sola.

Il fisioterapista raccoglie  il racconto della persona e del dolore. Il dolore deve essere analizzato capito e valutato con l’uso di scale che ne misurano l’intensità.

Accanto alla valutazione del piede va eseguita una analisi globale di tutto il corpo e del suo stato di salute complessivo al fine di individuare e concordare con la persona le strategie riabilitative per il trattamento.

 

Obiettivi 

L’Obiettivo primario è la riduzione del dolore. Se il piede si presenta edematoso, gonfio è opportuno ridurre l’edema, per aumentare l’elasticità della pelle e dei tessuti, al fine di favorire la ripresa di un cammino migliore. A tale scopo il linfodrenaggio svolge un effetto drenante e antiedemigeno e può diminuire il dolore.

Come per la mano possono essere utilizzati bendaggi funzionali e il Taping per mantenere nel tempo i risultati raggiunti con la fisioterapia. (Foto 1)

 

Al fine di recuperare un buon cammino la fase successiva è l’utilizzo di tecniche come il Pompage che favorisce il rilassamento e predispone l’apparato muscoloscheletrico a un rilasciamento non invasivo in assenza di dolore, esso agisce principalmente sui muscoli.

Il massaggio connettivale si applica nella fase induritiva o sclerotica. (Foto 2)

 

La mobilizzazione passiva e attiva fa seguito al recupero dei tessuti (pelle, fasce, ecc..). Essa deve essere effettuata sotto la soglia del dolore, recuperando un equilibrio muscolare, che è reso precario dalle contratture muscolari e la perdita della forza muscolare.

 

 

Stato di salute del piede

Importante valutare lo stato di salute dei piedi: la presenza di ulcere a livello delle dita o di noduli potrebbe limitare la riuscita e il risultato dell’esercizio. In tal senso le condizioni di partenza in cui si deve trovare il piede è il presupposto per un corretto approccio riabilitativo.

Per questa ragione è consigliato l’applicazione di adeguate calzature, solette e differenti ortesi fatte su misura da un podologo competente, che devono essere morbide al fine di evitare la formazione di ulcere. (Foto 3,4,5)

 

 

 

Attività fisica

L’attività fisica ha un gran numero di effetti benefici non solo al sistema cardio vascolare e muscolo scheletrico, ma anche ai sistemi metabolici e endocrini; inoltre mantiene e/o migliora lo stato di salute della persona. L’attività fisica deve essere moderata e continuativa al fine di migliorare il tono muscolare, la capacità aerobica, contrastare le retrazioni tessutali, mantenere il trofismo e la lubrificazione articolare.

 

Riabilitazione in acqua

Per la sua peculiarità, la riabilitazione in acqua si discosta da tutte le altre tecniche, in quanto consente alla persona di vivere a contatto con l’acqua un’esperienza avvolgente attraverso l’ascolto del proprio corpo. Essa svolge un duplice ruolo, a livello muscolo scheletrico produce uno stretching, rinforza i muscoli degli arti e gli addominali, inoltre agisce sul sistema cardio respiratorio.

 

Programma domiciliare

Il programma domiciliare va progressivamente adeguato all’andamento della malattia. Esso dovrebbe far parte dello stile di vita della persona insieme ad altri accorgimenti comportamentali.

Il fisioterapista deve personalizzare concordando con la persona le scelte degli esercizi in funzione della soglia di affaticamento e la reazione dolorosa.

 

Bibliografia

  1. S.Maddali Bongi F. Sigismondi Protocollo riabilitativo sperimentale Sclerosi sistemica progressiva, 2005
  2. ALEXANDERSON, Helene, et al. Intensive aerobic and muscle endurance exercise in patients with systemic sclerosis: a pilot study. BMC research notes, 2014, 7.1: 86.
  3. T.Nava La riabilitazione integrate delle malattie reumatiche, 2006, Milano Masson SpA
  4. ANTONIOLI, Chiara M., et al. An individualized rehabilitation program in patients with systemic sclerosis may improve quality of life and hand mobility. Clinical rheumatology, 2009, 28.2: 159-165.