Progetto di Ricerca – Bando GILS 2018

Titolo dello studio: “L’impatto della dieta Mediterranea su depressione, ansia, disturbi gastrointestinali, stato nutrizionale e qualità di vita nei pazienti con Sclerosi Sistemica”.

 

Lo sperimentatore principale della ricerca sarà il Dr Giacomo De Luca, Responsabile dell’Ambulatorio di Sclerosi Sistemica e Immunopatologia Cardiovascolare dell’Unità di Immunologia, Reumatologia, Allergologia e Malattie Rare (UnIRAR) dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, diretta dal Prof. Lorenzo Dagna. I medici coinvolti nella ricerca saranno: il Dr Corrado Campochiaro, afferente alla stessa UnIRAR, il Dr Giovanni Canestrari, della Scleroderma Unit del Policlinico Gemelli di Roma coordinata dalla Dr.ssa Silvia Laura Bosello, e la Dr.ssa Angela Ceribelli, coadiuvata dalla Dr.ssa Maria De Santis, dell’Unità Operativa di Reumatologia e Immunologia Clinica dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.

 

Il coinvolgimento gastrointestinale è purtroppo molto frequente in corso di Sclerosi Sistemica (SSc), anche nelle fasi precoci di malattia, e condiziona negativamente la qualità di vita e la prognosi dei malati sclerodermici. Recentemente, infatti, in studi effettuati su ampie casistiche di pazienti, l’interessamento gastrointestinale è emerso come un fattore predittivo indipendente di malattia aggressiva, indipendentemente dalla variante cutanea di malattia. Oltre ad avere un impatto negativo sulla prognosi, i sintomi gastrointestinali riducono enormemente la qualità di vita dei malati: disturbi quali nausea, vomito, inappetenza, diarrea, stipsi e reflusso gastroesofageo sono infatti estremamente comuni, clinicamente rilevanti e di difficile gestione.  Non sorprende, pertanto, che questo corteo sintomatologico sia spesso associato a disturbi dell’umore, in particolar modo alla presenza di sintomi depressivi. La consapevolezza, da parte sia dei medici che dei pazienti, della mancanza di terapie efficaci o di raccomandazioni sulle abitudini alimentari per ridurre i disturbi gastrointestinali, concorre ad alimentare questo circolo vizioso. La nostra ipotesi è che le abitudini alimentari e lo stato d’umore del paziente sclerodermico possano influenzare sensibilmente la comparsa e la progressione dei più comuni disturbi gastrointestinali, e che questi disturbi a loro volta possano contribuire sensibilmente a modificare da un lato il modo di alimentarsi e lo status nutrizionale, e dall’altro l’umore, lo stato d’ansia ed il benessere generale dei nostri malati.

Ad oggi non esistono studi conclusivi che abbiano dimostrato se e come le abitudini elementari possano influenzare lo sviluppo delle manifestazioni gastrointestinali nei pazienti sclerodermici, nonostante spesso durante le visite i pazienti chiedano ai medici informazioni a riguardo. Lo scopo del nostro studio, che verrà effettuato in 3 centri GILS di riferimento per il trattamento della sclerodermia (Ospedale San Raffaele di Milano, Istituto Clinico Humanitas di Milano e Policlinico Gemelli di Roma) ha lo scopo di valutare l’impatto della dieta Mediterranea nello sviluppo di depressione, ansia, sintomi gastrointestinali e qualità della vita in generale nei pazienti affetti da SSc. Lo studio verrà condotto tramite l’utilizzo di semplici questionari, già validati in studi precedenti e tradotti in italiano, che verranno somministrati ai pazienti affetti da SSc afferenti ai 3 centri. Ai pazienti verrà richiesto quindi di compilare i questionari (questionario di aderenza alla dieta Mediterranea [MEDAS]) e allo stesso tempo verranno valutati i parametri di alterazione dell’umore (Scala di Ansia e Depressione Ospedaliera, questionario sulla qualità di vita dei pazienti sclerodermici) e dei sintomi gastrointestinali (questionario sula presenza di malattia da reflusso [RDQ], ed il questionario sull’interessamento gastrointestinale, già sviluppato nell’Università della California a Los Angeles). Inoltre, verrà valutato lo stato nutrizionale dei pazienti tramite uno strumento di screening (MUST) e la valutazione di micro- e macroelementi a livello sierologico, quali zinco, selenio, vitamine, ferro, calcio, fosforo, magnesio e manganese, nichel, albumina e proteine totali. Il nostro obiettivo è di riuscire a reclutare tra i 3 centri un totale di 500 pazienti sclerodermici, che saranno rappresentativi delle abitudini alimentari sia del Sud che del Centro e del Nord Italia. I dati così raccolti verranno analizzati e messi in correlazione con le caratteristiche cliniche dei pazienti. I risultati ottenuti potrebbero aiutarci a comprendere se la dieta Mediterranea ha un impatto sullo sviluppo di sintomi gastrointestinali, sull’umore e sullo stato di benessere in generale nei pazienti sclerodermici. Inoltre, se dal nostro studio emergessero dati indicativi di un effetto benefico della dieta Mediterranea sugli tutti gli ambiti sopra descritti, ciò potrebbe essere sicuramente utile per consigliare interventi dietetici strutturati e mirati nei pazienti affetti da sclerodermia, a livello nazionale e dei singoli centri.