Il 25 maggio 1977 usciva nelle sale il primo film della saga Guerre stellari diretto da George Lucas, sottotitolato retroattivamente Episodio IV – Una nuova speranza. Guerre stellari si inserisce nel genere della space opera: la serie è ambientata in una galassia immaginaria, in un’epoca non precisata. La trama segue l’eterna lotta tra il bene e il male, incarnati dai due ordini dei Jedi e dei Sith, che attingono i loro poteri dal lato chiaro e oscuro di un campo di energia mistica denominato Forza. Il Gran Maestro del Consiglio Jedi e probabilmente il più potente cavalier della storia dell’Ordine è il Maestro Yoda: lui ha il compito di addestrare gli Iniziati Jedi alle base della forza e all’utilizzo della spada laser. Quest’ultima è infatti l’arma caratteristica dei Jedi nell’universo fantascientifico di Guerre stellari. Adottata spesso anche dai Sith, è composta da un’impugnatura da cui fuoriesce una lama di energia, che può essere impiegata in combattimento per ferire o perforare o per proteggersi da attacchi di blaster (fulminatori o folgora tori).
L’idea per una spada laser trae origine dai film e serial di azione e avventura con cui George Lucas era cresciuto e nei quali erano presenti molti personaggi che maneggiavano spade. Nello sviluppare Guerre stellari, Lucas volle includere delle spade come omaggio a quel mondo fantasy cavalleresco, trasformandole in armi laser per meglio amalgamarsi con l’ambientazione futuristica del film. A tutt’oggi infatti associamo alla parola Laser associamo l’idea di avanguardia e precisione, che avevano ispirato il regista.
Storia del Laser
I Laser nacquero circa quasi sessant’anni fa quando, il 16 maggio 1960, Theodore Maiman mise in funzione il primo laser al rubino e coniò il termine, acronimo di Light Emission by Stimulated Emission of Radiation. Maiman si concentrò sulla realizzazione di un laser impulsato usando come sistema di pompaggio energetico un semplice flash fotografico. Il 7 luglio 1960, presentò il suo lavoro a una conferenza a Manhattan e affermò che “il laser è la soluzione in cerca di un problema”, sottolineando quindi le potenzialità del suo dispositivo. Probabilmente solo pochi visionari come lui compresero a fondo le molteplici applicazioni che il nuovo tipo di sorgente luminosa rendeva possibili. Gli altri, la maggior parte, rimasero scettici. L’articolo scientifico di Maiman che descriveva il laser a rubino venne pubblicato il 6 agosto 1960 sulla prestigiosa rivista Nature, dopo essere stato precedentemente rifiutato dalla rivista Physical Review Letters per un clamoroso errore di valutazione. Dalla sua nascita, grazie alle caratteristiche uniche della luce generata, ha trovato applicazione in settori più disparati: dal meteorologico al medicale, dall’intrattenimento alle telecomunicazioni e nella lavorazioni industriali. Da allora è trascorso un lasso di tempo tutto sommato corto ma in cui il laser non è più “la soluzione in cerca di un problema” ma la tecnologia più innovativa utilizzata in molti ambiti industriale e non.
Anche nel campo medico il laser ha avuto una larga diffusione, trovando applicazione in diverse discipline nel trattamento di uno svariato numero di patologie. La funzione e risposta terapeutica dipendono in maniera complessa dalla scelta della lunghezza d’onda, dalla durata di irradiazione e dalla potenza del laser. Combinazioni diverse di questi parametri sono impiegate per trasformare l’energia luminosa in energia meccanica, termica o chimica.
I campi di applicazione biomedicale sono i più vasti: oftalmologico (chirurgia refrattiva laser e laserterapia retinica, vascolare, urologico, fisiatrico e dermatologico.
Applicazioni dermatologiche
Soprattutto in quest’ultimo ambito la tecnologia ha avuto ampio spazio: diversi tipi di laser, utilizzabili da soli o in associazione, permettono per il trattamento di uno svariato numero di patologie cutanee e vascolari superficiali. Vista la crescente richiesta e a completamento della gestione delle lesioni, in particolare quelle di natura vascolare, dal mese di giugno 2018, grazie ad una donazione effettuata al GILS (Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia), l’UOC Dermatologia della Fondazione ha a disposizione un laser dedicato, che abbiamo battezzato con il nome “Yoda”, che offre la possibilità di poter scegliere tra il laser Nd:YAG Long&Short Pulse e l’utilizzo del manipolo FT a luce pulsata, modulabili a seconda delle patologie, ampliando le indicazioni terapeutiche. Il nostro Yoda, al pari del Maestro del film di Lucas, ci guiderà nel trattamento dei nostri pazienti.
Da sinistra: Dott. Lorenzo Beretta, Dott.ssa Laura Chiappa (Direttore Sanitario), Dott.ssa Emanuela Passoni, Socio Sostenitore GILS, Carla Garbagnati Crosti (Presidente GILS), Dott.ssa Simona Giroldi (Direttore Generale), Prof. Emilio Berti, Dott. Basilio Tiso (Direttore Medico di Presidio), Dott. Riccardo Cavalli. In primo piano il nostro nuovo laser Yoda, gentilmente donato al GILS.