Tiziana Nava
Docente Universitario

Past Standing Committee of Health Professionals in Rheumatology EULAR  
E-mail: tiziananava.job@outlook.it

 

 

Si ringrazia per il prezioso contributo
Dott.ssa Maria Teresa Botta

 

Arto superiore e mano

Nella Sclerosi Sistemica è particolarmente importante l’interessamento delle mani, che sono causa di grave invalidità dal punto di vista funzionale, estetico e relazionale. 

La malattia può manifestarsi in molteplici modi e interessare maggiormente la cute rispetto agli organi. Spesso è presente il fenomeno di Reynaud. Quando l’interessamento è cutaneo la pelle diventa anelastica, questa situazione può portare a rigidità delle articolazioni fissando le mani e i polsi in flessione con importanti limitazioni nei gesti, rendendone difficoltoso il movimento.

Questo quadro favorisce il formarsi di ulcere, con presenza di infiammazione, gonfiore, ne segue una gestualità difficoltosa, con un minor utilizzo degli arti superiori. Tale situazione aggrava la sintomatologia, modificando i movimenti che  si adattano all’impotenza causata dalla malattia e dal dolore, con un aumento del dolore stesso e un coinvolgimento psicologico da parte della persona.

 

Valutazione

Trattandosi di una patologia complessa, la valutazione fatta dal fisioterapista esperto va preceduta da un colloquio riservato per consentire alla persona di parlare in modo privato del suo vissuto e delle problematiche legate alla malattia, della disabilità percepita e delle terapie farmacologiche.

Un altro aspetto importante è la conoscenza dell’ambiente familiare e sociale. 

Il fisioterapista raccoglie in una cartella standardizzata la documentazione comprensiva di test ed esami valutativi presenti in letteratura e condivisibili con tutte le figure che, con diverse professionalità, si occupano della persona.

 

Esame obiettivo

La riabilitazione fatta da un fisioterapista esperto, presuppone un esame obiettivo con strumenti di valutazione che considerano la qualità della cute (tesa, liscia, lucida, secca, sottile, dura), la presenza di ulcere attive, cicatrici, erosioni, lesioni da pressione e il fenomeno di Raynaud.

 

Obiettivi

L’obiettivo generale che il fisioterapista si pone è l’incremento del movimento delle mani, polsi gomiti e spalle in assenza di dolore, il miglioramento della qualità della vita della persona, l’ottimizzazione dello stato attuale di salute e la prevenzione di disabilità aggiuntive. 

Il fisioterapista fornisce informazioni più complete su come può evolvere la malattia, concordando insieme alla persona i risultati realmente raggiungibili compatibili con le sue aspettative, funzioni e abilità.

 

Trattamento fisioterapico e riabilitativo

Nella fase edematosa la fisioterapia ha il compito di controllare e ridurre l’edema. Questo è utile per contenere l’evoluzione in senso fibrotico e prevenire la rigidità.

Il fisioterapista con massaggi quali il linfodrenaggio e l’uso di bendaggi come quello di Coban, consente alla persona di muovere la mano più liberamente.

Inoltre il massaggio drenante con creme o oli idratanti  è indispensabile in ogni fase della malattia, quest’ultimo deve essere affiancato da un programma di esercizi fatti dal fisioterapista. Questo percorso terapeutico favorisce l’aumento della vasodilatazione e attenua il dolore. Gli esercizi devono essere insegnati al paziente o ad un suo familiare nel caso la persona presenti difficoltà nell’esecuzione, in modo da proseguire il programma al proprio domicilio quotidianamente.

Altre tecniche come il taping applicato a livello palmare e dorsale della mano sono utili in quanto agiscono sull’edema, sul dolore e sostegno il muscolo durante il movimento riducendo l’affaticamento.

Nello stadio induritivo il fisioterapista con la terapia manuale applica diverse tecniche tra cui il massaggio di scollamento, il massaggio connettivale ed altre. (Foto 1).

La terapia manuale consente di migliorare l’elasticità della pelle in tal senso successivamente si utilizzano metodi per recuperare il movimento delle articolazioni, come il  pompage, il Mc Mennel affiancati dalla terapia fisica e termale.

Sempre utili i bagni di paraffina se praticati in assenza di ulcere ed edemi. Essi consistono nell’immergere le mani dopo un opportuno bendaggio in vasche con paraffina calda. A seguire le mani vengono avvolte in coperte calde per un periodo di mezz’ora. Successivamente il fisioterapista può intervenire con esercizi per mobilizzare le articolazioni. Il risultato è migliore grazie all’azione terapeutica del calore della paraffina, che favorisce una vasodilatazione con una migliore mobilità delle mani e del polso.

Questa procedura può essere praticata dalla persona presso il proprio domicilio dopo averla imparata dal fisioterapista.

L’esercizio terapeutico con la terapia manuale deve essere fatto in modo attivo e passivo ed effettuato con estrema cura e in assenza di dolore. In tal senso il paziente deve affidarsi esclusivamente a fisioterapisti certificati da una laurea in fisioterapia ed iscritti all’albo professionale con una competenza specifica relativa alla malattia.

L’utilizzo di diverse metodologie consente al fisioterapista di coinvolgere direttamente il paziente in un programma educativo, facendolo diventare parte attiva del percorso terapeutico ed in seguito della sua gestione autonoma.

 

Le ortesi/tutori/splint

L’educazione e l’informazione della persona è fondamentale, in particolare nell’uso  dei tutori che deve avvenire in tutte le fasi della malattia. I tutori se necessari affiancano il percorso terapeutico riabilitativo e fisioterapico durante la malattia, con una supervisione del fisioterapista.

Per la Sclerosi Sistemica esistono specificatamente le ortesi da riposo, che svolgono importanti funzioni: immobilizzano e stabilizzano totalmente le articolazioni del polso e della mano in posizione fisiologica e corretta durante il riposo notturno e/o diurno, diminuiscono il dolore e svolgono un’azione anti-infiammatoria, riducendo le tensioni tendinee e le contratture muscolari. (Foto2)

Le ortesi da lavoro hanno una funzione protettiva, e consentono il movimento delle dita, riducono il dolore articolare ed aumentano la forza di presa.

Le ortesi dinamiche mantengono una buona forza muscolare inoltre correggono le posizioni errate.

Il paziente in questo modo viene educato ad utilizzare in modo corretto le ortesi e ad usare movimenti e atteggiamenti posturali e gestuali, che possono prevenire ed evitare danni alle articolazioni come la formazione di ulcere. Tale prassi consente di diminuire  in modo significativo gli sforzi e le sollecitazioni esercitate sulle articolazioni, sulle strutture muscolo-tendinee e sui legamenti, facilitando i movimenti grazie alla riduzione della sintomatologia dolorosa.

 

Bibliografia

  1. Bongi, S. M., & Del Rosso, A. (2010). How to prescribe physical exercise in rheumatology. Reumatismo, 62(1), 4-11.
  2. Melvin J.L Scleroderma: treatment of the hand in Skirven, Osterman, Fedorczyk, Amadio Rehabilitation of the hand and upper extremity Elsevier2011 ch 112 1146,1148.
  3. Mancuso, T., & Poole, J. L. (2009). The effect of paraffin and exercise on hand function in persons with scleroderma: a series of single case studies. Journal of Hand Therapy, 22(1), 71-78.
  4. S.Parisi, R.Gallina, M.Scarati, A.Lagana, M.Priocca, E.Fusaro Nuove proposte di applicazione del taping neuro muscolare nella sclerosi sistemica: studio di una corte di pazienti Atti Congresso SIR 2013
  5. Wolfe, F. (1999). Psychological Distress and Rheumatic Disease: EDITORIAL REVIEW. Scandinavian journal of rheumatology, 28(3), 131-136.